Questo è il titolo del
convegno che si è tenuto mercoledì 29 febbraio preso il CAM di Corso Garibaldi
alle ore 20,30.
L'incontro era organizzato dal
Forum Immigrazione PD Milano.
L'obiettivo principale del
convegno, ha spiegato in apertura Daniela Pistillo, era quello di
presentare l'immigrato non più e non solo come soggetto bisognoso di assistenza
ma anche come operatore economico,
visto che ben l'11,2% del PIL proviene dalle attività degli immigrati. L'idea era quella di affiancare, nell'immaginario collettivo degli italiani, alla figura del migrante che delinque (creata in gran parte dalle televisioni di B.), che è bisognoso di assistenza, quella dell'imprenditore che porta ricchezza e benessere al Paese.
visto che ben l'11,2% del PIL proviene dalle attività degli immigrati. L'idea era quella di affiancare, nell'immaginario collettivo degli italiani, alla figura del migrante che delinque (creata in gran parte dalle televisioni di B.), che è bisognoso di assistenza, quella dell'imprenditore che porta ricchezza e benessere al Paese.
E' toccato al prof. Antonio
Chiesi, responsabile del progetto Il
profilo nazionale degli immigrati imprenditori, dare un apporto scientifico
al dibattito. Egli ha sostenuto che il fenomeno delle imprese straniere
costituisce una realtà inevitabile ed
essenziale dell'economia italiana. D'altra parte, gli Stati Uniti e il Canada
hanno fondato il loro benessere proprio sul lavoro degli immigrati. Ha poi
aggiunto che nelle zone in cui è più alto l'indicatore di integrazione
(matrimoni misti, basso tasso di criminalità...) gli imprenditori immigrati
sono più presenti. Così a Prato
l'economia dipende per il 14% dalle imprese straniere, mentre a Lecce e
a Catanzaro solo per l'1%.
Pierfrancesco Majorino nel suo breve intervento ha posto l'attenzione sulla
necessità di valorizzare il capitale sociale degli immigrati sviluppando forme
di accesso al credito, perché troppo spesso le banche sono condizionate da
pregiudizi inaccettabili.
L'assessore ha poi
sottolineato l'importanza politica della presenza delle imprese straniere in
Italia dal momento che esse sono dei collegamenti con i paesi di origine degli
imprenditori e si configurano quindi come mezzi di cooperazione allo sviluppo.
A questo punto sono partite le
testimonianze dei tanti imprenditori stranieri che con il loro italiano,
talvolta incerto, altre volte impeccabile, hanno suscitato interesse, stupore e
tanta simpatia nel pubblico. Diamo conto brevemente di quelle che ci sono
sembrate più significative.
Radwan Khawatmi (Siriano. Presidente del Movimento Nuovi Italiani) ha
riferito dati che dovrebbero conoscere tutti gli italiani. 1) Le attività
lavorative degli immigrati hanno avuto un fatturato di 130 miliardi di euro, una cifra pari a quella
che ha messo in crisi la Grecia e il Portogallo. 2) Sono 215.000 le imprese
degli immigrati che danno lavoro anche agli italiani. 3) Non è vero che gli
stranieri hanno rubato il lavoro agli italiani: hanno invece sostituito
i nativi nei posti meno appetibili. 4) Gli stranieri hanno versato 90 miliardi
all'INPS senza ricevere alcun beneficio, essendo ancora troppo giovani.
Khawatmi ha accennato anche alla sua storia
personale che lo ha visto passare dallo stato di semplice ed umile emigrante a
quello di fondatore di un'impresa con un fatturato di 50 milioni di euro e che
dà occupazione a centinaia di lavoratori stranieri ed italiani. Che c'è dunque
di strano, ha concluso Khawatmi, se gli immigrati, protagonisti della vita economica dell'Italia,
chiedono la cittadinanza italiana, chiedono corsi di italiano per i figli,
chiedono il diritto di scegliere col voto gli amministratori locali? Ci
verrebbe da dire, caro Radwan, che le
tue sono delle richieste più che
legittime e che la politica al più presto deve fare tutto il possibile per
accoglierle. Per un semplice principio di civiltà! E non solo!
Francesco Hu ha raccontato della sua esperienza di imprenditore
nella roccaforte della Lega a Legnano. Ha divertito i presenti dicendo che al
momento del rilevamento di un ristorante
(con cucina rigorosamente italiana) ha messo in conto un calo del 20% dei
clienti: gli elettori leghisti. Ha insistito sul fatto che paga le tasse e che
pertanto ha diritto alla cittadinanza e al voto. Ricordate i ribelli americani che nel 1775 protestando contro la madrepatria,
l'Inghilterra, dichiararono: nessuna tassa senza rappresentanza?
L'imprenditrice colombiana Adriana
Luz Poveda, non senza difficoltà, a causa dell'emozione, ha parlato dei
suoi inizi come domestica e di come
facendo sintesi tra quello che sapeva e ciò che ha appreso in Italia ha messo
su un'azienda nel campo dei servizi. Ha chiesto anche lei che il Comune
organizzi corsi di italiano per gli stranieri e lezioni finalizzate alla
conoscenza delle leggi italiane.
Abdelmak Azamouz, imprenditore marocchino, traduttore giurato dal '97
nell'Ufficio Stranieri del Comune (licenziato da Formentini!), è stato
costretto a mettersi in proprio. Ha fondato una società che effettua traduzioni
commerciali, legali, ecc. Grazie alla sua impresa ha avuto l'opportunità di
organizzare incontri tra investitori italiani e industriali libici, marocchini,
ecc. Ha così dato una mano alla cosiddetta primavera araba. Anche lui
come tutti gli altri si sente italiano ed il suo motto è Radicarsi senza
sradicarsi.
Prima di Azamouz è intervenuta
Arianna Cavicchioli, consigliere regionale del PD.
Ha detto che se il bilancio
tra le imprese vive e quelle morte è positivo per l'Italia ciò è dovuto alla presenza dei soggetti economici
stranieri. Ha fatto poi riferimento alla cosiddetta Legge Harlem (legge
regionale che impone agli stranieri che desiderano aprire attività commerciali
che prevedono la somministrazione di cibi e bevande la conoscenza della lingua
italiana) che complica la vita agli esercenti. Ha concluso dicendo che per
fortuna la Costituzione permette di fare ricorso contro la legge bandiera della
Lega, con l'articolo 3 (Tutti i cittadini sono uguali....) e con l'art
41 (L'iniziativa economica privata è libera...).
E' stata una serata ricca, ha commentato in conclusione Laura Specchio,
responsabile del lavoro del PD. Siamo
pienamente d'accordo. Ci permettiamo solo di osservare che una serata così
meritava sicuramente una platea più ampia.
Antonio Lonetto
Nessun commento:
Posta un commento